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Storia

Il Comune di S.Caterina Albanese si trova sul declivio di un colle tra le valli dell’Esaro e del torrente Ricosoli; è a  472 m s.l.m. ed a 52 km da Cosenza(Calabria).

I primi profughi albanesi arrivarono tra il 1388 ed il 1436 quando la penisola balcanica subì l’invasione turca. Nel 1578 l’intero territorio fu affidato alla famiglia Bruno dalla quale il 1583 passò agli Hortado, i quali nel 1638 lo cedettero ai Dattilo ed infine nel 1784 passò ai Sanseverino di Saponara che lo tennero fino alla eversione della feudalità (1806).

Infatti , domina sul colle del paese il Palazzo ducale dei principi Sanseverino accanto al quale si erge maestosa, sui tetti del centro storico, la sede comunale ristrutturata nel 1976. Nei pressi della sede comunale si leva l’antico palazzo della famiglia Chiurco. I vicoli segnati ancora dal vecchio ciottolato e dagli archi rievocano il fascino e l’antichità dei luoghi. Più a nord sorge il simbolo e la fede dei cattolici: la Chiesa Madre dedicata a S. Nicola Magno di stile barocco. Dal piccolo centro abitato si diparte la via S. Pantaleone dalla quale si raggiunge la cappella del glorioso Santo M. M. di Nicomedia, sorta nel 1600. Picilia è anche la patria del grande poeta e scrittore albanese padre Francesco Antonio Santori, nato il 16 settembre del 1819. La sua produzione letteraria è vastissima ed è nota soprattutto per alcune opere di argomento religioso. Tra le sue opere è bene ricordare l’Emira, perché tratta di luoghi e di persone del paese stesso.

ATTIVAZIONE PRECAUZIONALE CENTRO OPERATIVO COMUNALE(COC)

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30/03/2020

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